Si fa presto a dire reportage!
Guardandomi un po’ intorno mi sono resa conto che oggi più che mai quasi tutti i fotografi di matrimoni dicono di fare foto di reportage, sia perché è lo stile attualmente in più in voga ma soprattutto perché, alla luce dei fatti, alla maggior parte dei futuri sposi non piace più di tanto l’idea di essere messo in posa.
Per questo capita spesso che molti fotografi tagliano corto e si vendono come reportagisti per accontentare il maggior numero di clienti. Nella realtà poi non sono affatto tali, ma intervengono pilotando le situazioni, “aggiustando” le pose dei soggetti o chiedendo loro di ripetere delle azioni, penalizzandone la spontaneità e l’autenticità.
Molti fotografi sedicenti reportagisti, in effetti ti stanno addosso durante tutta la giornata con richieste tipo guarda me, torna indietro, rifallo, sorridi, fai questo, fai quello, risparmiandosi nel pratico la parte di lavoro più difficile del reportagista, ossia osservare, cogliere l’attimo, essere sul pezzo e rapido nello scegliere l’inquadratura migliore senza intervenire modificando la scena.
Il risultato sono foto in cui non mancano pose ridicole e sorrisi finti e impostati: la fotografia di serie B a cui purtroppo, ammettiamolo, ci ha abituato la fotografia di matrimonio.
La buona notizia è che si può fare fotografia di matrimonio in un altro modo, si può fare fotografia di matrimonio fuori dai “clichè”, si può semplicemente raccontare una storia autentica attraverso le fotografie!

Come deve essere un buon reportage di matrimonio?
Un reportage che funziona deve raccontare una storia, in maniera autentica. Le immagini devono raccontare l’anima: le personalità, le emozioni, gli elementi e le persone che rendono il matrimonio un giorno davvero unico. Devono parlare di sentimenti, di legami e gesti autentici, non ci può essere finzione. Se sfogliando un album le immagini non parlano questo linguaggio il risultato sarà un catalogo banale di situazioni. Foto uguali a quelle di tutti gli altri: le scarpe della sposa, la sposa che si trucca, lo sposo che si veste, la foto in piedi con i genitori davanti all’altare, la foto del lancio del bouquet ecc. ecc.
Certamente questi momenti cruciali sono molto importanti e vanno immortalati nel migliore dei modi, ma non possono essere gli unici. Il fotografo non può essere così pigro e scadere nella banalità!

Ogni matrimonio è unico e diverso da tutti gli altri, ogni storia è unica e diversa da tutte le altre.
Il matrimonio è un giorno ricco di piccoli simboli, di cose il cui significato è molto intimo e personale. Per fotografare matrimoni è necessaria innanzitutto una bella dose di sensibilità e di empatia. Sicuramente l’ascolto, la voglia di conoscere una nuova storia, è un’altra cosa che fa la differenza su come verrà raccontata.
Oltre alla velocità e alle abilità tecniche ed artistiche che permettono al fotografo di essere in grado di cogliere l‘attimo, la vera differenza la fa il saper individuare, il saper osservare e soprattutto il riuscire a sentire, più che a vedere, ciò che c’è dietro un semplice gesto, dietro il fugace momento di uno sguardo, di una lacrima o un sorriso. La finzione e l’interferenza del fotografo sono totalmente escluse.
Il fotografo di matrimoni dovrebbe essere uno spettatore, attento e sensibile, un testimone della scena e non il regista di essa!

Le foto del vostro matrimonio meritano di essere in primo luogo belle e ricercate, più che mai personali, intime ed autentiche, per evocare delle sensazioni che sono legate ad emozioni totalmente vostre. Devono raccontare una storia per il potere magico di emozionarvi, anche tra vent’anni. Ogni volta che vorrete sfogliarle non sarà solo rivedere i momenti di quel giorno così speciale ma anche, in qualche modo, riuscire ancora a sentirli.